LA RICERCA”SPARE”
Nutraceutica, energia, food: le applicazioni della canapa aiutano l’economia circolare
29 Febbraio 2024
Messaggero Veneto
Per la canapa, vale lo stesso detto che nella nostra tradizione gastronomica si usa per il maiale: “non si butta via niente”. È una pianta dalle mille proprietà, che può essere impiegata a fini alimentari, tessili, edilizie e tanto altro ancora: le sue applicazioni sono in parte ancora da studiare. Punta proprio a esplorarle, scommettendo sulle più innovative in un’ottica di economia circolare, il progetto Spare, una cooperazione transfrontaliera tra Friuli Venezia Giulia, Veneto, Carinzia e Tirolo co-finanziata da fondi dell’Unione Europea tramite il programma Interreg Italia-Austria 2021-2027 con un budget totale di 800mila euro.
Con capofila la Fondazione de Claricini Dornpacher di Bottenicco di Moimacco, il progetto vede coinvolge l’Università di Trieste (Dipartimento di Scienze della Vita), il team di ricerca Green Long Fiber Materials del Kompetenzzentrum Holz GmbH di St. Veit (Wood K plus), l’Unità di Tecnologia dei Mateirali dell’Università di Innsbruck e il Centro Consorzi di Belluno.
Nei prossimi due anni Spare darà impulso allo sviluppo di processi e percorsi circolari legati al pieno utilizzo della pianta della canapa e dei suoi componenti ed ingredienti, che possono trovare efficace applicazione in un’ampia gamma di settori (food nutraceutica, cosmetica, energia) e prodetti (integratori alimentari, costruzioni materiali e tessuti sostenibili). «Come Università di Trieste – spiega il biochimico Alessandro Tossi – aiuteremo con le nostre competenze trasversali dal punto di vista scientifico e di ricerca ad esplorare alcune possibili applicazioni in una prospettiva di economia circolare: la canapa, come l’ortica, può essere impiegata in un’ottica di rifiuti zero, attraverso un utilizzo completo della pianta. Esploreremo dunque, insieme ai partner, la possibilità di usare la pianta sul fronte alimentare, grazie alle sue ottime proprietà nutrizionali, tipicamente in oli e farine: la canapa presenta un’elevata proporzione di grassi omega tre e altri principi attivi molto utili, anche con valenza medica».
I partner austriaci invece opereranno sul fronte della fibra di canapa, che può essere impiegata come tessuto, ma anche per la produzione degli interni delle auto, per la bioedilizia, perché si tratta d’un ottimo isolante e perfino per la produzione di materiali alternativi con cui costruire sedie, snowboard, sci.
Nel corso di quest’anno si metteranno in piedi attività di ricerca applicata e trasferimento tecnologico alle imprese (dei settori primario, secondario e terziario) e si tenterà una modellizzazione di processi replicabili per nuove filiere circolari. Si mira così a contribuire alla crescita sostenibile e alla transizione green in tutte le regioni coinvolte, concentrandosi su applicazioni su piccola scala, pensate e dimensionate sulla base delle risorse e capacità disponibili nell’area alpina di confine di riferimento, tenendo conto anche degli aspetti connessi alla biodiversità. «Ai tempi della Repubblica di Venezia in Friuli vi erano vaste coltivazioni di canapa: l’Italia era il secondo produttore al mondo dopo la Russia – rammenta Tossi -. In particolare le fibre della pianta venivano impiegate in marina: grazie all’alta qualità della canapa locale anche la marina inglese si riforniva qui. Poi però è arrivato il nylon e la produzione di canapa è crollata, anche perché si tratta di una coltivazione che richiede molto lavoro manuale: non è facile da mietere, perché le sue fibre sono molto dure. Ma è una pianta autoctona, che ripensata negli impieghi e usata in tutte le sue parti potrebbero tornare a ricoprire un ruolo di rilievo per l’economia agricola, con l’enorme vantaggio di essere una produzione sostenibile».