Torna la canapa coltura dimenticata che ora fa nascere filiere sostenibili
16 Luglio 2024
Messaggero Veneto
Dal tessile all’edilizia, dalla cosmetica all’energia passando dalla carta, con un plus che non molti prodotti hanno: la sostenibilità. Parliamo della canapa, coltura scomparsa dal Friuli Venezia Giulia e dal Nord Est da alcuni decenni, e che oggi si candida ad essere attore principale di nuove filiere economiche che tengano insieme la coltivazione, e quindi il settore primario, e la trasformazione, nelle varie declinazioni ad uso industriale e che si possono immaginare. Ed è già un progetto, che va oltre la semplice idea di reintroduzione di una tipologia di coltura compatibile con il territorio (ricordiamo che è una pianta che non richiede grande consumo di acqua, ad esempio), e che guarda anche alle successive fasi di utilizzo. Anche grazie al sostegno della Ue.
È la Fondazione de Claricini Dornpacher ad essere capofila del progetto di cooperazione transfrontaliera denominato “Spare” indirizzato alla valorizzazione olistica della canapa per applicazioni innovative e che vede uniti Friuli Venezia Giulia, Veneto, Carinzia e Tirolo. L’iniziativa è cofinanziata da fondi dell’Unione Europea attraverso il Programma Interreg Italia-Austria 2021-2027 per 800 mila euro e coinvolge anche l’Università degli Studi di trieste (Dipartimento di Scienze della Vita), il team di ricerca Green Long Fiber Material della Kompetenzzentrum Holz GmbH di St. Veit (Austria), L’Unità di Tecnologia dei Materiali dell’Università di Innsbruck e il Centro Consorzi di Belluno. Il progetto intende sviluppare la ricerca applicata alla valorizzazione olistica della canapa favorendo in questo modo nuove opportunità per le imprese del settore primario, industriale e dei servizi. In particolare, nei prossimi due anni, Spare darà impulso allo sviluppo di processi circolari legati all’utilizzo della pianta della canapa e dei componenti che possono trovare efficace applicazione in un’ampia gamma di settori, quali il food, la nutraceutica, la cosmetica, l’energia, prodotti come integratori alimentari, costruzioni, materiali e tessuti sostenibili ed altro.
Il progetto è di per sé «un risultato di assoluta rilevanza – dichiara il presidente della Fondazione, Oldino Cernoia – conseguito grazie ai qualificati partner e allo staff di progetto Meraki, ma anche grazie alla lungimiranza nella gestione aziendale della Fondazione diretta da Paolo Dolce, che ha introdotto la coltivazione della canapa aderendo alla filiera produttiva promossa dal Consorzio Canapa Meleretum. Attraverso questo progetto, che ha una durata di 27 mesi, potremo contribuire allo sviluppo dell’economia circolare nelle regioni coinvolte, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Carinzia e Tirolo, e alla sensibilizzazione dei portatori di interesse su queste tematiche strategiche. Siamo poi orgogliosi di poter svolgere il ruolo di leader partner del progetto Spare, anche perché la Fondazione è impegnata da anni nella sostenibilità ambientale e nei progetti di innovazione. Ringrazio i partner italiani e austriaci che con le loro competenze professionali saranno protagonisti dello sviluppo del progetto per il raggiungimento di risultati utili a favore delle comunità».
«L’attività agricola della Fondazione – aggiunge il direttore Paolo Dolce – guarda al futuro e comprende ad esempio, l’impegno verso la tutela dell’ambiente, la salvaguardia della biodiversità, l’abbattimento delle emissioni di Co2. Spare concentra i nostri valori e mette in relazione le competenze di diverse realtà: è un lavoro di squadra. Il nostro obiettivo è diventare sempre di più un punto di riferimento per l’innovazione e la ricerca per l’agricoltura senza dimenticare il legame con la nostra storia pur confrontandoci con un mondo in rapida evoluzione».
Paola Dalle Molle